mercoledì 28 maggio 2014

Domande aperte di Economia dei Gruppi Aziendali (post lezione - Parte IV)

Prova a rispondere alle domande del docente, come fossi all'esame (scritto o orale), oppure poni tu domande ai tuoi colleghi e/o al docente.

199 commenti:

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  2. Come devono essere consolidate le partecipazioni?

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    1. Le partecipazioni vengono consolidate in base al tipo. Se ho partecipazioni di controllo, utilizzo il metodo integrale (consolido al 100% anche se la mia partecipazione in realtà è inferiore); se sono di controllo congiunto (joint venture), posso utilizzare o il criterio proporzionale (consolido in base alla reale quota di controllo) o quello del patrimonio netto (rettificando periodicamente il valore della partecipazione); se sono di collegamento, utilizzo esclusivamente il metodo del patrimonio netto; in casi differenti il metodo utilizzato è quello del "fair value".

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    2. I metodi di consolidamento si distinguono a seconda del tipo di partecipazione detenuta. Se il controllo è esercitato in via esclusiva, indipendentemente dal numero di azioni che si hanno nella controllata, il consolidamento sarà integrale: si riporta dunque in bilancio il 100% delle attività, passività, costi e ricavi; se invece il controllo è congiunto, ad esempio in caso di joint venture, il consolidamento può essere proporzionale alla quota di partecipazione detenuta (in tal caso non si hanno infatti interessi delle minoranze), oppure effettuato in modo tale da "agganciare" il valore della partecipazione al PN; se le partecipazioni sono di collegamento, l'unico metodo utilizzabile è quello del PN; in casi diversi da questi esposti, si utilizza il metodo del fair value.

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  3. Le unitá captive possono essere oggettivamente durevoli?

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    1. Dipende. Sono oggettivamente durevoli se riescono a sopravvivere anche al di fuori del gruppo.

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    2. Le unità captive sono società che possono acquistare del gruppo e rivendere nello stesso sia a 360° sia solo per una determinata attività. Per oggettivamente durevole si intende quell'unita che vive a prescindere dall'appartenenza al gruppo, quindi sia fuori che dentro. La risposta alla domanda quindi è dipende: se riuscissero a sopravvivere anche fuori dal gruppo sarebbero oggettivamente durevoli.

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    3. Dipende.L' unità oggettivamente durevole è quell'unità che sopravvive a prescindere dall'appartenenza ad un gruppo, l' unità captive è una unità che scambia esclusivamente all'interno del gruppo. Quindi se questa riesce a sopravvivere anche al di fuori del gruppo può essere una unità oggettivamente durevole. In pratica i criteri usati per definirle sono diversi, l'una non esclude l'altra.

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  4. Come si consolidano le partecipazioni collegate? Con quale metodo?

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    1. Le partecipazioni in società collegate vengono consolidate con il metodo del patrimonio netto.

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    2. Per il consolidamento delle partecipazioni di consolidamento si utilizza il metodo del patrimonio netto, è vero infatti che la collegate non appartengono al gruppo ma è altresì vero che comunque sulle stesse si esercita una influenza notevole e pertanto è opportuno darne evidenza in bilancio.

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    3. Corretto Pompili, molto bene la sottolineatura di Lelj

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  5. Le unitá a vitalitá economica riflessa devono raggiungere per forza equilibrio economico per stare nel gruppo?

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    1. No! Ma devono operare obbligatoriamente con economicità come tutte le imprese.

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    2. Assolutamente no! Devono tuttavia operare con economicità. Un esempio può essere quello di Ducati Corse che è un'unità a vitalità economica riflessa e ,operando con economicità, non raggiunge assolutamente un equilibrio economico perché utilizzata come società di ricerca e sviluppo

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    3. Ottimo! x Baccani, sostituirei "come tutte le imprese" con "come tutte le aziende"

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  6. Gli scambi infragruppo avvengono a prezzi di mercato? O a prezzi inferiori?

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    1. Normalmente gli scambi infragruppo avvengono a prezzi che non sono allineati a quelli di mercato ma a prezzi cosiddetti "vantaggiosi". Data però la possibilità che si ha, praticando prezzi non di mercato, di trasferire utili in Paesi a fiscalità ridotta, il TUIR stabilisce che in sede di determinazione del reddito imponibile i prezzi delle operazioni infragruppo vanno convertiti allineandoli a quelli di mercato.

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    2. Nel bilancio viene quasi sempre esplicitato che gli scambi avvengono a prezzi di mercato. Ma normalmente vengono effettuati a prezzi vantaggiosi. La conversione in prezzi di mercato avviene per la determinazione del reddito imponibile.

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    4. Gli scambi infragruppo avvengono in un "quasi mercato". I prezzi per questi scambi molte volte sono presentati a condizioni di mercato, ma spesso sono a condizioni più vantaggiose. Ciò è una conseguenza dell'essenza stessa del gruppo, che a differenza del mercato esterno, non presenta costi di transazione e riduce le asimmetrie informative. A livello civilistico non è un problema, a livello fiscale è però necessario ricostruire (nella dichiarazione dei redditi) gli scambi a prezzi "normali".

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  7. Quando in un bilancio troviamo la voce " partecipazione in imprese controllate" di che tipo di bilancio stiamo parlando?

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    1. Non siamo in un bilancio consolidato ma nel bilancio ad esempio della holding.

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    2. Anche se c'è la possibilità di trovare partecipazioni nel bilancio consolidato ma sono partecipazioni residuali che fanno riferimento a società che sono state acquisite in prossimità della chiusura dell'esercizio che verranno consolidate negli esercizi successivi.
      Quindi si può capire se è un bilancio di esercizio o consolidato dal volume delle partecipazioni.

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    3. Solitamente la voce "partecipazioni in imprese controllate" è presente solo nel bilancio della holding; non sono presenti nel consolidato in quanto le partecipazioni in questione devono essere sostituite con le attività e le passività delle controllate. Tuttavia a volte è possibile trovare tale voce nel bilancio consolidato in riferimento a partecipazioni residuali che magari sono riferite a società acquisite in prossimità di chiusura dell'esercizio. In pratica è possibile capire di quale bilancio si tratta dal volume delle partecipazioni.

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  8. Se un gruppo presenta un' elevata integrazione il bilancio consolidato sará significativo?

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    1. Si! Mentre per i gruppi più diversificati come General Electric bisogna vedere il bilancio delle singole società.

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    2. Se il gruppo è fortemente integrato il bilancio consolidato è significativo; situazione opposta per un gruppo a bassa integrazione dove c'è diversificazione non correlata e in questo caso è utile andare a confrontare i bilanci dei singoli business.

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    3. Consolidare il bilancio vuol dire omogeneizzare i valori, definendo anche quale criterio di valutazione del costo delle rimanenze (Lifo, Fifo e costo medio ponderato) si vuole adottare. è ovvio che se c'è poca integrazione nel gruppo e le diverse società utilizzano diversi criteri di valutazione, quando si andrà a consolidare e ad esempio ad adottare il criterio Lifo, è possibile che alcune di esse debbano passare da un criterio ad un altro perdendo così una parte della significatività dell'informativa nel consolidato. In tal caso si devono vedere i bilanci dei singoli business.
      Proprio per questo che la significatività del bilancio consolidato sarà maggiore nel caso di un gruppo con elevata integrazione.

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  9. È lecito dirottare gli utili per ragioni fiscali?e che pregiudizio può arrecare tale comportamento?

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    1. No è vietato dalla legge in quanto pregiudizievole nei confronti:delle minoranze in quanto si riflette in minori dividendi, dei dipendenti in posseso di stock option del paese ad alta tassazione e dei creditori sociali.

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    2. Il trasferimento degli utili, attraverso condizioni non di mercato, da una società all'altra del gruppo per fini fiscali è vietato dalla legge.In particolare dal punto di vista fiscale gli scambi devono avvenire al cosiddetto prezzo normale, per cui nella dichiarazione dei redditi, qualora venga fatta tale operazione di dirottamento, è necessario allinearsi alle condizioni di mercato. Il pregiudizio che deriva dal porre in essere questo tipo di operazioni può colpire i soci di minoranza, i dipendenti della società residente nel paese ad alta fiscalità e infine i creditori in ipotesi in cui il trasferimento degli utili porta la controllante in stato di insolvenza (ipotesi quest'ultima solitamente remota).

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  10. Perché gli scambi infragruppo vengono definiti "quasi mercato"?

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    1. Perché se nel mercato il prezzo è stabilito dall'incontro di domanda e offerta, le transazioni intragruppo potrebbero non seguire le leggi proprie degli scambi nelle economie di mercato. Questa differenza con i prezzi di mercato è dovuta al grado di influenza che il soggetto controllante esercita sugli scambi; quindi potremo trovare rapporti negoziali tra le unità del gruppo in condizioni squilibrate a favore quindi della holding che ha costituito il gruppo proprio per creare condizioni per se stessa più vantaggiose rispetto a quelle che avrebbe potuto trovare nel mercato.

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    2. Perché gli scambi tra le parti non avvengo in libertà ma da volontà del soggetto controllante.

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    3. Perché di base il mercato sussiste, dato che gli scambi infragruppo avvengono tra soggetti giuridici distinti, e richiedono dunque la stipulazioni di contratti. Tuttavia, le transazioni e le condizioni di scambio non vengono decise liberamente dalle parti, bensì dalla volontà e dalle intenzioni della holding. I gruppi infatti, sono considerati un ibridio tra gerarchia e mercato.

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  11. Nel grafico a pag.378 (slide) perché le unità che si collocano nei quadranti arancioni possono essere qualificate come imprese?

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    1. Perché sono unità che hanno autonomia decisionale magari su strategie corporate competitive e funzionali, sono oggettivamente durevoli e in più hanno un fine specifico non correlato con le altre unità.

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    2. In quanto se hanno un fine specifico non strumentale al raggiungimento del fine di altre unità e sono oggettivamente durevoli e hanno autonomia strategica almeno a livello competitivo, hanno tutti i requisiti necessari per essere considerate imprese. Nei cubi arancioni queste condizioni sono tutte verificate.

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    3. A differenziarle rispetto alle unità collocabili nella parte gialla della matrice è il possesso di un fine non correlato con quello delle altre unità. E' questa infatti la terza variabile che aggiunge la matrice ADEF alla matrice ADE, ossia la correlazione del fine dell'unità produttiva con quello delle altre unità produttive.

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  13. Da quali elementi si capisce che un bilancio è di esercizio o consolidato?

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    1. si può osservare ad esempio il valore delle partecipazioni in imprese controllate ed altre imprese

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    2. Se ci sono partecipazioni in imprese controllate si capisce che ci troviamo davanti al bilancio della holding, mentre nel bilancio consolidato non sono presenti partecipazioni in imprese controllate.

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    4. Se prendiamo per esempio la slide 339 è chiaro che si parla del bilancio di una Holding perchè oltre ad esserci scritto "Lottomatica S.p.a." troviamo nello stato patrimoniale le partecipazioni in imprese controllate ed altre imprese. Quando si parla quindi di parti correlate si fa riferimento a De Agostini, a Toro Assicurazioni e alle controllate di Lottomatica.

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  14. In che modo possono essere trasferiti capitali da una controllata all'altra senza ledere gli interessi delle minoranze della società finanziatrice?

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    1. Tramite un finanziamento a tasso di mercato oppure mediante compensazione con altri vantaggi offerti della controllata che riceve il finanziamento

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  16. come avvengono gli scambi intragruppo?

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  17. Qual è la differenza tra la matrice ADE e quella ADEF?

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    1. Nella matrice ADE vengono considerati il livello di AUTONOMIA DECISIONALE e quello di AUTONOMIA ECONOMICA; nella matrice ADEF viene inserito anche il FINE DELL'UNITA' PRODUTTIVA che può essere strumentale o meno al raggiungimento del fine delle altre unità del gruppo. La matrice ADEF mi permette di determinare se un'unità produttiva è un'impresa (autonomia decisionale almeno a livello competitivo, oggettivamente durevole e fine specifico che non si correla con quello delle altre unità).

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    2. Nella matrice ADEF è presente, oltre la dimensione relativa al grado di autonomia decisionale e quella relativa al grado di autonomia economica (proprie della matrice ADE), anche la terza dimensione relativa al fine dell'unità produttiva strumentale al raggiungimento del fine delle altre unità.

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  18. La raccolta del capitale di proprietà può finanziare la gestione di una società del gruppo?

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    1. C'è la possibilità che ciò accada, ma a patto che tale azione non rechi pregiudizio a coloro che hanno sottoscritto il capitale; in pratica, se una società decide di finanziarne un'altra del gruppo, attraverso la raccolta di capitale di proprietà, dovrà concedere tale finanziamento a condizioni di mercato, cioè assicurandosi un tasso di interesse di mercato.

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  19. Nella slide 372, che differenza c' e' tra le unità D, E ed F?

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    1. D ed E sono unità del gruppo che non hanno un'autonomia strategica e non hanno una piena autonomia economica, F invece ha una propria autonomia strategica, ma un'economicità che deve essere supportata da altre economie.

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    2. Le unità D ed E sono nel quadrante VI, dunque sono unita senza autonomia strategica, unità operative, ma sono soggettivamente durevoli. L'unità F sta nel VII quadrante, ha vitalità economica riflessa e presenta autonomia strategica funzionale.

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    3. D ed E sono unità che, pur non presentando alcuna autonomia strategica, riescono ad operare con economicità e a mantenere un equilibrio economico nel tempo; si tratta sostanzialmente di unità operative, come ad esempio le società commerciali del gruppo Geox. F è invece un'unità dotata di una certa autonomia strategica a livello funzionale, ma che pur operando con economicità, non è né oggettivamente né soggettivamente durevole: tale potrebbe essere ad esempio una società che svolge ricerca e sviluppo esclusivamente a servizio del gruppo.

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    4. Ottimo Olivieri e Graziano. x Muratori, attenzione non è corretto scrivere "economicità che deve essere supportata da altre economie"

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  20. E' sempre una società ad effettuare il consolidamento?

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    2. Non sono per forza società "tradizionali" appartenenti al gruppo: in presenza di società che vogliano evitare l'ingresso di soci sgraditi nella compagine azionaria può essere istituito un Trust al vertice della catena di controllo. Tale unità, tra le tante funzioni che può svolgere in ambito giuridico, ha il compito di regolare differenti tipologie di rapporti di natura patrimoniale.

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  21. Cosa si intende per prezzi interni di trasferimento?

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    1. I prezzi interni di trafserimento sono i prezzi che vengono utilizzati negli scambi intragruppo che non sono allineati ai prezzi di mercato (se così fosse sarebbe una contraddizione perchè, proprio per la loro natura avvengono a condizioni vantaggiose, in cui non esiste il rischio creditizio)

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    2. Utilizzare la definizione contenuta nella slide 357

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    3. Quindi professore è meglio dire che i prezzi interni di trasferimento sono valorizzazioni monetarie delle transazioni tra le consociate?
      Non è corretto dire che proprio perchè avvengono all'interno del gruppo, sono a condizioni vantaggiose?

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  23. Quale/i voce/i ci fanno capire che stiamo consultando il bilancio di una holding?

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    1. La denominazione sociale della società cui si riferisce il bilancio, la presenza nello stesso di voci relative a partecipazioni in imprese controllate ed altre imprese e la presenza di valori nella colonna relativa alle parti correlate

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    2. Ok i primi due punti, le parti correlate possono essere presenti anche nel consoldato

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  24. Quale potrebbe essere una società priva di vitalità economica?

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    1. Un'unità priva di vitalità economica può essere ad esempio una società finanziaria, che opera all'interno di gruppi industriali e commerciali e concede ai clienti prestiti a tassi non agevolati, rateizzando i pagamenti. E' chiaro che tali unità presentano equilibrio economico visto il collegamento all'economia del gruppo di appartenenza.

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  25. Analizzando lo Stato Patrimoniale di Lottomatica e la colonna Parti Correlate si è detto che all'interno della Holding si può generare un flusso di cassa netto positivo o negativo. Cosa comportano questi flussi di cassa? Le controllate godono di autonomia finanziaria?

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  26. Che tipi di responsabilità troviamo nella responsabilità sociale di impresa??

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    1. Fra le responsabilità sociali di impresa rientrano quella economica, quella ambientale e quella di tipo etico-sociale. Per le aziende oggi è fondamentale avere responsabilità sociale, dovrebbe essere insito nella mission. L'interesse delle aziende, difatti, è teso a soddisfare un bisogno realizzando i propri prodotti, e nel raggiungere queste finalità l'azienda dovrebbe creare valore per sè stessa e per le varie categorie di stakeholders a cui si rivolge.
      Questa è la concezione che dovrebbe avere un'azienda che ha intenzione di rimanere sul mercato per periodi medio-lunghi.

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  27. Quando le controllate operano in una situazione di quasi concorrenza?

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    1. Le controllate operano in una situazione di quasi-concorrenza quando, pur avendo acquirenti e venditori all'interno del gruppo, la holding permette loro anche di poter scambiare con controparti di mercato, pertanto gli scambi intragruppo sono posti, per volontà della holding, sullo stesso piano degli scambi con soggetti esterni.

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  28. In una società veicolo che viene costituita ad esempio per fare cartolarizzazione di attività finanziarie, chi consolida?

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    1. Nelle società veicolo, a prescindere dalla percentuale che si ha, bisogna consolidare il 100% delle attività e passività dei costi e dei ricavi, ossia bisogna operare il consolidamento integrale. Un esempio è fornito dal gruppo Tod's che ha delle società commerciali in Cina, di cui non possiede azioni, ma sulle quali esercita di fatto il controllo, per cui dovrà consolidare con il metodo integrale. Sinteticamente, quando si parla di controllo si applica il consolidamento integrale.

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    2. @Viviana: tu parli del metodo, ma "CHI" consolida?
      E' il SIC 12 a chiarire che chi consolida una società veicolo è uno sponsor (o l’impresa per il cui interesse la società veicolo è stata creata), anche se non possiede un'azione.

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  29. Che cosa si intende quando si fa riferimento all'interlocking directorship?

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    1. Con il termine "interlocking directorship" si fa riferimento ai legami che si instaurano tra società nel momento in cui un amministratore di una società risiede nel Cda di altre società. Rappresenta, dunque, una gestione amministrativa di 2 o più società basata su vincoli reciproci. Le società coinvolte, grazie ai legami stabiliti attraverso le cariche in comune, adottano comportamenti collusivi.

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    2. L'interlocking directorship rappresenta una gestione amministrativa di due o più società, basata su vincoli reciproci.Grazie ai legami stabiliti attraverso le cariche in comune, le società coinvolte adottano comportamenti collusivi.

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    3. Invece in che cosa si traducono i "gentlemen's agreements" e quali sono gli elementi che li differenziano dall' "interlocking directorship"?

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    4. I gentlmen's agreement sono accordi verbali (non scritti) finalizzati alla fissazione dei prezzi di vendita, dei volumi di produzione, e dei mercati di sbocco, ed hanno lo scopo di limitare o disciplinare la concorrenza all'interno di un settore. In caso di inadempienza saranno irrogate sanzioni morali.

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  30. L'interlocking directorship consiste nello scambio di poltrone nei diversi C.D.A. Rappresenta una gestione amministrativa di due o più società, basata su vincoli reciproci. Tale fenomeno può essere spiegato con la teoria della dipendenza delle risorse, attraverso la quale i consiglieri di amministrazione hanno una funzione fondamentale, cioè quella di legare la società con altre società che hanno risorse importanti a livello di know how. Questo fenomeno riuguarda anche i gruppi piramidali.

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  31. L'area di consolidamento coincide sempre con l'area di responsabilità?

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    1. Non sempre. L'area di consolidamento è definita dallo IAS 27 (per le società che redigono il bilancio secondo i principi internazionali, altrimenti dal Dlgs 127/91), mentre quella di responsabilità dall'art. 2497 del codice civile.

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  32. Quali sono i motivi che spingono ad includere o escludere una società dall' area di consolidamento?

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    1. Sono i rapporti di governance a motivare l'inclusione o l'esclusione di una società dall'area di consolidamento, così come previsto dai principi contabili internazionali.

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  33. Di fronte ad una controllata che opera in un paese diverso da quello della capogruppo, perseguendo lo stesso fine, con una struttura speculare e con autonomia decisionale a livello competitivo, è possibile dire che anche se il fine è correlato a quello della capogruppo, esso non risulta strumentale alle altre unità del gruppo?

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  34. Shareholder value e stakeholder value: qual è la differenza tra le due posizioni?

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    1. Sono due posizioni contrapposte relativamente agli obiettivi che gli amministratori devono raggiungere. Secondo la shareholder value gli amministratori devono puntare alla massimizzazione del valore per gli azionisti, mentre secondo la stakeholder value devono puntare alla creazione di valore per i diversi portatori di interessi; quest'ultima richiede quindi che ci sia un bilanciamento tra la creazione di valore per gli azionisti e la tutela degli interessi degli altri soggetti legati alle vicende aziendali.

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    2. Nella corporate governance rientrano tutti i portatori di interesse che ruotano attorno all'azienda; in particolar modo vengono a crearsi due posizioni:lo shareholder value e lo stakeholder value. La prima fa riferimento al fatto che gli amministratori devono massimizzare il benessere di una particolare categoria di portatori di interesse: gli azionisti.Invece nella seconda si fa riferimento al fatto di creare valore per tutti i portatori d'interesse: lavoratori,fornitori,clienti,ambiente,azionisti etc..

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    3. Aggiungerei che qualche anno fa si ipotizzava che l'azienda dovesse creare valore principalmente per gli azionisti (shareholder value) mentre successivamente si è arrivati alla conclusione che l'azienda deve creare valore principalmente per se stessa e poi con il valore creato riuscire a remunerare sia gli azionisti che i vari stakeholder.

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  35. Perchè le società inattive non devono essere incluse nell'area di consolidamento?

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    1. Le società inattive sono le società che non svolgono nessun tipo di attività; non devono essere incluse nell'area di consolidamento perchè non producono benefici per il soggetto controllante. Non si ricade nella casistica prevista dallo IAS 27.

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    2. sono escluse dall'area di consolidamento le società inattive, o quelle la cui dimensione non è significativa in rapporto si ricavi netti consolidato o all'attivo investito consolidato dai mezzi propri. Mentre il bilancio di consolidamento espone la situazione patrimoniale, finanziaria ed il risultato economico di un gruppo di imprese che vengono viste come una sola impresa.

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    3. Bene tutti. Aggiungerei che un società in liquidazione non è più parte del sistema

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  36. E' giusto dire "operare per il gruppo vuol dire operare in un mercato sicuro"? Le controllate, operando nel gruppo, non rischiano di essere meno motivate o incentivate rispetto alla possibilità di esercitare nel mercato esterno?

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    1. Operare per il gruppo significa operare in un mercato sicuro. A volte le controllate che operano esclusivamente per il gruppo potrebbero essere meno incentivate rispetto alla possibilità di operare all’esterno. Per evitare ciò la holding può dare la possibilità alle società del gruppo di fornirsi o presso la società, alla quale sono stati affidati determinati servizi per il gruppo (es. amministrazione, gestione delle paghe dei dipendenti) o all’esterno. In tal modo la controllata sarà più incentivata in quanto si ritroverà in competizione con altre società.

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    2. Oppure la holding per incentivare la società potrebbe chiedere alla stessa di aprirsi anche all'esterno, non solo per sfruttare le competenze acquisite all'interno del mercato captive (come avvenuto in Fiat con la costituzione del settore "business solutions"), ma anche per assoggettarla alla pressione competitiva, al fine di stimolarne l'economicità.

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  37. Ipotizzando che in una Public Company avvenga una scalata ostile, il soggetto economico potrebbe cambiare?

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    1. Ovviamente si. Nel caso in cui il soggetto che intende scalare la società riesca nella sua impresa, il soggetto economico non sarebbe più rappresentato dagli amministratori ma dalla persona fisica o dal gruppo di persone fisiche che di fatto acquisiscono il controllo della società scalata.

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    2. Attenzione! In questo caso il cambiamento del SE consiste nella sostituzione del management "colpevole" del ribasso del valore delle azioni.

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  38. Quali sono i segnali da tenere in considerazione (nelle voci di bilancio e non) per capire se il gruppo sta mettendo in atto un falso in bilancio o nascondendo eventuali perdite?

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  39. nel gruppo Geox, da quali società sono svolte le attività primarie? e da quali le secondarie?

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    1. Le attività primarie vengono svolte prevalentemente dalle società controllate adibite alla commercializzazione e le società tecnico - produttive. Mentre le attività secondarie dalla holding.

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  40. In quale 'raro' caso si può trovare la voce relativa alle partecipazioni in parti correlate all' interno del bilancio consolidato?

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    1. Possiamo trovare anche nel bilancio consolidato la voce relativa alle partecipazioni in parti correlate quando quest'ultime fanno riferimento alle partecipazioni residuali.

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    2. Forse intendevi in quale raro caso si trova nel bilancio consolidato la voce "partecipazioni in imprese controllate"? Comunque queste vengono iscritte nel consolidato quando vengono acquisite in prossimità della chiusura d'esercizio e non risulta quindi conveniente o agevole consolidarle nell'anno dell'acquisizione ma si preferisce consolidarle dall'anno successivo.

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    3. si intendevo "partecipazioni in imprese controllate".. errore di distrazione! ;)

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  42. in Germania per legge i tifosi hanno almeno il 50%+1 delle società calcistiche. il restante 41% può invece essere di qualsiasi altro azionista. non si rischia in tal modo che tifosi delle squadre avversarie possano far parte del 51% di azionariato compromettendone in tal modo i risultati? quali provvedimenti si ptrebbero prendere per evitare comportamenti opportunistici?

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  43. le unità a vitalità economica riflessa in quale quadrante della matrice BCG si inseriscono?

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    1. Non è l'autonomia economica e determinare l'appartenenza a uno o ad un altro quadrante di questa matrice.
      Comunque può accadere che le unità a vitalità economica riflessa si celino dietro al qudrante dei dogs; in questo caso anzichè essere dismesse (come solitamente accade per quelle unità che fanno parte di questa sezione in quanto operanti ad un mercato in fase di declino e con una quota di mercato relativa bassa), vengono mantenute in vita perchè la loro esistenza è giustificata proprio a livello di gruppo.

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  44. Propongo alcune questioni sulla soggettività economica delle imprese pubbliche (es. Enel o Eni):
    1. È corretto affermare che il soggetto economico sia rappresentato solo pro-tempore dalla persona fisica che riveste il ruolo di Ministro dell’Economia e delle Finanze – per il tempo in cui questi partecipa all’esecutivo?
    2. Se il Ministro dell’Economia e delle Finanze deve comunque dare conto del suo operato al Consiglio dei Ministri, è corretto pensare che il soggetto economico di un’impresa pubblica sia rappresentato in ultima istanza più dal Capo del governo (Renzi) che dal Ministro dell’Economia?
    3. Se un’impresa pubblica sopravvive grazie alle sue strategie e se queste non sono fatte dai ministri, quanto piuttosto da amministratori-manager, non è giusto attribuire a questi la funzione imprenditoriale (cioè d’impostazione dell’orientamento strategico di fondo) e relegare all’azionista pubblico ad una mera funzione proprietaria con potere d’influenza solo residuale nelle scelte di gestione?

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    1. Secondo me per quanto riguarda il punto 1) credo si possa affermare che il soggetto economico titolare del supremo potere di controllo di un'impresa pubblica è sempre il ministro (persona fisica) preposto al ministero a cui è riconducibile la società. Ovviamente se cambia l'esecutivo e quindi cambia il ministro, cambia il soggetto economico.
      Per quanto al punto 2) ritengo che il fatto che il ministro debba rendere conto del suo operato al Presidente del Consiglio dei Ministri, non sposti la titolarità del potere di controllo in capo a quest'ultimo soggetto; infatti resta il ministro responsabile del proprio operato, salvo poi incorrere in eventuali responsabilità per la gestione della società pubblica. Infatti a mio avviso, la rendicontazione della gestione svolge il ruolo di rendere noto l'operato del ministro stesso nella gestione della società al rappresentante dei cittadini, che in questa veste ha il diritto e il dovere di analizzare e eventualmente prendere provvedimenti qualora il Ministro non abbia assolto "correttamente" la sua funzione;
      Per quanto riguarda il punto 3) sono d'accordo sul fatto che la funzione imprenditoriale sia da ricercare nei manager preposti alla gestione e quindi alla direzione della società in quanto sono loro che effettivamente esercitano il potere di controllo e coordinano l'attività al fine di conferire unitarietà al comportamento direzionale, ma non dobbiamo dimenticare che il soggetto economico resta il solo titolare del potere di controllo e quindi titolare del diritto di revocare l'esercizio di tale potere, delegato ai manager, in qualsiasi momento, soprattutto qualora non sia d'accordo con le scelte di gestione assunte dai manager delegati.

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    2. Su questa domanda si potrebbe scrivere un libro!

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  46. Per quanto riguarda la catena del valore nei gruppi, su quale unità vengono in genere accentrate le funzioni di supporto? Si tratta sempre di unità interne al gruppo?

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    1. Si tratta degli "shared services center", unità cruciali per l'accentramento delle attività di supporto. Di norma, sono le holding dei gruppi a svolgere il ruolo di centri di servizi condivisi, per evitare perdita di controllo e soprattutto per non condividere dati sensibili con l'esterno. Tuttavia, in alcuni contesti molto particolari, un'unità può propendere per esternalizzare attività non core presso controparti esterne: suppongo che ciò avvenga quando la controllata che esternalizza sia in possesso di sufficiente autonomia decisionale, e quando l'unità non appartenente al gruppo imponga prezzi e condizioni favorevoli rispetto ai centri di servizi condivisi del gruppo.

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  47. Quando una subholding è esonerata dalla presentazione del bilancio consolidato?

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    1. Secondo l'art. 27 del D.Lgs n. 127/1991, non sono oggetto all'obbligo di presentazione del bilancio consolidato le imprese controllanti che, insieme alla imprese controllate, non abbiano superato per due esercizi consecutivi due dei tre seguenti limiti:
      -17.500.000
      -35.000.000
      - n.250 dipendenti occupati in media durante l'esercizio

      Ludovica Pellegrino

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    2. Secondo un principio IAS, se non erro il 27, se la partecipazione è maggiore al 95% e il restante 5% dell'azionariato non richiede la redazione del bilancio consolidato si è esonerati dalla redazione dello stesso.

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    3. Il riferimento è l'art. 27 del DLGS 127/1991. Pellegrino ha evidenziato un comma. Per l'art. completo qui: http://www.isaonline.it/mag/DLgs127-1991.html#art27

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  48. Secondo l'art. 27 del D.Lgs n. 127/1991, non sono oggetto all'obbligo di presentazione del bilancio consolidato le imprese controllanti che, insieme alla imprese controllate, non abbiano superato per due esercizi consecutivi due dei tre seguenti limiti:
    -17.500.000
    -35.000.000
    - n.250 dipendenti occupati in media durante l'esercizio

    Ludovica Pellegrino

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  49. Nella slide n. 372 le controllate dalla sub holding Gamma, "D" "E" " "F", perché sono collocate nei quadranti V e VII? Quali sono le loro strategie?

    Ludovica Pellegrino

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    1. le unità D e E, sono unità che non hanno sono unità che non hanno autonomia strategica; sono pertanto unità operative. Ad esempio ipotizzando che le unità del gruppo geox non hanno strategia funzionale di tipo commerciale in quanto il responsabile sta nella holding che detta di conseguenza la formula imprenditoriale da seguire; queste rappresentano unità operative soggettivamente durevoli perchè operano con economicità e riescono a raggiungere condizioni di equilibrio economico in quanto acquisiscono dal gruppo sostenendo dei costi e rivendono sul mercato ottenendo dei margini. All'unità F invece possono compete strategie funzionali come l'attività di R&S.

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    2. Le unità controllate dalla sub holding Gamma "D" ed "E"sono collocate nel riquadro VI poichè sono prive di autonomia strategica e sono unità soggettivamente durevoli, sono ad es delle unità operative; l'unità "F" si trova nel quandrante VII poichè ha ad esempio autonomia strategica a livello funzionale ma è un'unità a vitalità economica riflessa e cioè, pur operando con economicità non raggiunge l'equilibrio economico... rientrano in questo quadrante ad es le unità che svolgono attività di R&S (es. Ducati Corse)

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    3. Nella matrice ADE la Holding Alfa non accentra tutte le strategie, sta delegando una parte delle strategie corporate alla subholding Beta che a sua volta ha delegato strategie funzionali ad A,B e C. La subholding Gamma avrà strategie funzionali (finanza ad esempio) mentre le unità D e E sono unità operative, prive di autonomia strategica e soggettivamente durevoli poiché operano con economicità e raggiungono equilibrio economico acquisendo dal gruppo e rivedendo sul mercato. L'unità F ha una strategia funzionale che può fare ad esempio ricerca e sviluppo ed ha una vitalità economica riflessa, raggiunge l'economicità ma non un equilibrio economico.

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  51. La costituzione da parte di una holding di centri di servizio condivisi potrebbe essere finalizzata allo sfruttamento di economie di scopo?

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    1. L'obiettivo dei centri di servizi condivisi e' quello di fornire in un gruppo dei servizi a più di una societa' o divisione o business unit nel gruppo.Quindi il fine e' quello di assicurare competitivita' dei costi ed efficienza dei processi e come tale costituire un centro di servizi condivisi in una holding ,a mio giudizio, non può essere finalizzata per sfruttare economie di scopo ma di scala.

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  52. RIFERIMENTO ALLA DOMANDA di Antonio Perrone del giorno 23 Maggio alle11.43 della terza discussione.

    Il mantenimento di l'Espresso, nonostante i risultati negativi, potrebbe portare ritorno di prestigio, immagine e consenso presso l'opinione pubblica al soggetto economico (famiglia De Benedetti) configurandosi così come un'unità produttiva a vitalità economica riflessa nei benefici privati del soggetto economico.

    Ludovica Pellegrino

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  53. in base alla direzione strategica della capogruppo, se questa accentra strategie corporate, competitive e parte delle funzionali, come può essere classificato il gruppo?patrimoniale, finanziario, industriale o imprenditoriale?

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    1. Sicuramente non potrà essere qualificato ne patrimoniale ne finanziario. Accentrando tutte le strategie, ad eccezione di parte delle strategie funzionali, a mio parere è possibile configurare il gruppo come gruppo imprenditoriale in quanto le controllate saranno gestite in modo integrato e accentrato.

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  54. E' giusto dire che le imprese che operano con economicità e che raggiungono l'equilibrio economico sono anche autonomamente durevoli?

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    1. Certo! Per un'impresa operare con economicitàe quindi raggiungere equilibrio economico significa essere autonomamente durevoli, ciòvuol dire che la sua sopravvivenza e sviluppo non dipendono da altre economie esterne.Non e' giusto invece applicare taleconcetto ad un'azienda dove l'economicità non implica necessariamente autonomia economica(caso in cui l'azienda e' sostenuta da terze economie e persegue per questo risultati positivi).

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    2. A mio avviso no. Potrebbe trattarsi anche di unità soggettivamente durevoli, che operano con economicità, raggiungono l'equilibrio economico ma solo perchè apparteneti al gruppo. Il fatto di raggiungere l'equilibrio economico, di per se, non è indicativo della oggettiva durevolezza di un'unità... Bisognerebbe verificare se la stessa sarebbe in grado di raggiungere lo stesso equilibrio operando solo nel mercato...

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    3. Per “autonomia durevole” si intende la capacità dell'unità produttiva di rialimentare nel tempo i suoi cicli produttivi quindi, perchè ciò accada, è necessario che la stessa sia un sistema compiuto nelle caratteristiche di: avere un fine specifico che non si correla a quello di altre unità ed essere oggettivamente durevole. Questo implica l’esclusione di tutte quelle unità produttive che non rientrano in tale definizione: quelle prive di vitalità economica e quelle a vitalità economica riflessa. In sintesi i concetti di Economicità ed Equlibrio Economico sono necessari al fine di raggiungere autonomia economica ma non sufficienti se il fine è strumentale a quello di altre unità del gruppo (unità soggettivamente durevoli).

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    4. Ottime le risposte di Cioli e Di Giovambattista

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  56. In riferimento alla testimonianza del 27 maggio, i codici etici delle societa' appartenenti al gruppo Astaldi riflettono quello della capogruppo?

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    1. Si, i codici etici delle controllate sono conformi al codice etico "guida" della capogruppo.

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    2. Il codice etico della capogruppo ha carattere generale. Le controllate italiane di Astaldi hanno codici etici specifici ma correlati e conformi con quello della capogruppo.

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  57. Come mai in un'azienda pubblica operare con economicità non porta necessariamente a un condizione di equilibrio economico?

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    1. avviene perchè l'azienda pubblica non opera su mercati competitivi. In queste aziende l'utilità prodotta non può essere misurata come la differenza tra ricavi e costi, dato che i prezzi a cui avvengono gli scambi non sono indicatori affidabili (es. prezzi politici). Pertanto possono trovarsi in perdita nonostante operino con economicità.

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    2. Perchè nell'azienda pubblica si potrebbe avere un collocamento di prodotti non a prezzi di mercato ma a prezzi politici.

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    4. Per un'azienda pubblica, così come per associazioni, fondazioni o enti territoriali, la condizione di creazione del valore non è legata al concetto di prezzo di mercato come per le imprese: creando valore per la collettività, per tale azienda il mercato puó essere assente o caratterizzato da competizione attenuata, sia in fase di acquisizione dei fattori produttivi che in fase di collocamento dei prodotti (per esempio, il valore della produzione è formato da beni o servizi ceduti agli utilizzatori gratuitamente o a prezzi politici). In questi casi quindi l'economicità non garantisce l'equilibrio economico.

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    5. Ottimo Orlandi e Scotti, bene Olivieri

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  58. - Se l’azionista pubblico – come nel caso dell’Eni – non possiede la maggioranza del capitale della società (in questo caso solo il 30% circa), è corretto ipotizzare che in assemblea il resto degli azionisti presenti (che potrebbero rappresentare nel complesso più del 30%) potrebbe votargli contro? In tal caso la soggettività economica chi la esprime: lo Stato (il Ministro) o la massa degli altri azionisti?
    - In questa situazione, l’azionista pubblico, benché in minoranza, potrebbe comunque imporre la sua volontà esercitando i poteri speciali che gli riserva la golden share, sacrificando così gli interessi del restante capitale. Potrebbe generare ciò un conflitto di interesse?
    - Tale situazione non avrebbe comunque conseguenze negative sulla fiducia del mercato azionario facendo crollare il titolo? La creazione del valore per gli azionisti non verrebbe perciò compromessa dall’ingerenza politica?

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  59. Una società legata al gruppo da vincoli finanziari, che pure trovando all'esterno i propri mercati di approvvigionamento e di collocamento può essere considerata oggettivamente durevole?

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    1. A mio avviso il fatto di trovare fonti di finanziamento all'interno del gruppo, non incide sull'oggettiva durevolezza di un'unità. Infatti la H (o un'altra unità preposta a svolgere qst funzione) può svolgere la funzione di "banca" concedendo finanziamenti magari più facilmente e ad un tasso agevolato e pertanto il capitale viene attinto a prestito internamente anzichè esternamente solo perchè più conveniente per l'unità e per il gruppo nel complesso. Pertanto, a mio parere, affermare che un'unità oggettivamente durevole perda questa qualifica per il fatto di finanziarsi internamente sarebbe come dire la perderebbe anche finanziandosi all'esterno e ciò equivarrebbe a dire che una unità per restare oggettiv durevole non dovrebbe attingere a capitali di prestito, e questo come sappiamo, nella maggior parte dei casi non può avvenire.

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    2. Occorre precisare il concetto di "legata al gruppo da vincoli finanziari"... è dipendente dai finanziamenti perché altrove non troverebbe risorse?

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  60. che differenza c'è tra fine "correlato" al fine di altre unità del gruppo, e fine "strumentale" al raggiungimento del fine di altre unità del gruppo?

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    1. Se il fine è "correlato" a quello delle altre unità del gruppo significa che il fine di quell'unità è in rapporto di reciprocità o di interdipendenza con il fine delle altre unità del gruppo; mentre se il fine è "strumentale" a quello delle altre unità del gruppo vuol dire che l'unità è costituita per soddisfare un secondo fine non dichiarato.

      Ludovica Pellegrino

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  61. qual è l utilità nell ' applicazione delle matrici ADE ed ADEF ?

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    1. La matrice ADE consente di individuare, mediante una rappresentazione grafica, il grado di autonomia decisionale ed economica della controllante e della controllata; la matrice ADEF fornisce, oltre che informazioni sull'autonomia decisionale ed economica della controllante e delle controllate, anche informazioni riguardanti il tipo di finalità specifica.

      Ludovica Pellegrino.

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  62. La matrice ADE consente di individuare, mediante una rappresentazione grafica, il grado di autonomia decisionale ed economica della controllante e della controllata; la matrice ADEF fornisce, oltre che informazioni sull'autonomia decisionale ed economica della controllante e delle controllate, anche informazioni riguardanti il tipo di finalità specifica.

    Ludovica Pellegrino.

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  63. In che cosa consiste il sistema di controllo interno ed esterno? chi sono i soggetti che lo effettuano?

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    1. Il controllo interno e'esercitato dal collegio sindacale,dal comitato di controllo interno e dal consiglio di sorveglianza.il controllo esterno dal revisore contabile,banca d italia e isvap..la principale funzione di questi organi e'quella di vigilare sulla correttezza dell'operato degli organi amministrativi e sull'attuazione delle regole di governance del gruppo.

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  64. Cosa si intende per turnaround quando si parla di strategie di contrazione?

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    1. Con il termine turnaround si intende,nell'ambito aziendale, un processo articolato di azioni finalizzato al risanamento e alla ristrutturazione profonda di un'azienda in crisi. Il turnaround si divide in due fasi: la prima detta ritirata, volta a porre termine alle cause, ove possibile, che hanno portato alla crisi dell'azienda;la seconda, detta recupero, è tesa al perseguimento di un piano di recupero della redditività.

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  66. Nelle economie di gruppo, perchè è necessario distinguere i concetti di economicità e di equilibrio economico?

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    1. E' necessario distinguere i concetti di economicità e di equilibrio economico perchè all'interno del gruppo vi possono essere delle unità che operano con economicità perchè sono efficaci ed efficienti, ma non sono imprese perchè non stanno sul mercato,quindi quell'economicità non può portare ad equilibrio economico. Addirittura vi possono essere delle unità che raggiungono equilibrio economico senza avere economicità perchè i bilanci vengono gonfiati e falsificati.

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